venerdì 22 marzo 2013

Suonare il proprio corpo

Suonare il proprio corpo per sviluppare orecchio e coordinazione

Il Flamenco ha sviluppato tecniche particolarmente efficaci per apprendere la ritmica e la coordinazione. Le ha sviluppate per necessità perché nel Flamenco è il movimento che produce il suono: il bailaor non deve semplicemente muoversi seguendo la musica ma deve fare musica col proprio corpo come se fosse un musicista. Deve quindi possedere le stesse competenze, lo stesso orecchio, la stessa padronanza del ritmo che hanno i musicisti ed in più deve riuscire anche a ballare mentre suona.
 Cosa suona il ballerino di Flamenco? Nell’immaginario collettivo il bailaor batte i piedi, ma questo è molto riduttivo prima di tutto perché il taconeo è un’arte raffinatissima e molto complessa (parti diverse del piede producono note diverse: combinando tacco, pianta e punta con il colpo dell’intero piede e modulando l’intensità si possono creare un’enorme gamma di suoni). In secondo luogo bisogna considerare che il ballerino flamenco in realtà per suonare usa tutto il suo corpo non solo i piedi (schiocca le dita e la lingua, batte le mani fra loro e sul corpo) per non parlare poi degli oggetti, come nacchere e bastone. e della voce. Il bailaor usa la voce non come fa il cantante ma come strumento di studio, canticchia la frase musicale per riprodurla col taconeo; la può cantare anche solo dentro di sé e questo gli permette di mantenere il tempo senza bisogno di contare.
Per sviluppare queste abilità indispensabili a chi balla Flamenco esistono degli esercizi che sono utilissimi anche per chi pratica altre discipline e che sono simili a quelli usati da chi studia le percussioni ed altri strumenti musicali.
Tenere il ritmo battendolo sul proprio corpo e cantandolo permette di interiorizzarlo, di sentirlo nella pancia, di farlo nostro ed una volta che è entrato dentro di noi è difficile da perdere. Non è necessaria la musica per esercitarsi nella vita quotidiana, il ritmo lo possiamo trovare in ogni movimento, nel battito di ali di un uccelli, nella camminata di un bambino e nel ticchettio dell’orologio; regolare o irregolare che sia, basta saperlo ascoltare e prenderlo senza pensarci cominciando a battere piano le dita su una coscia, per esempio, o la penna sul tavolo ed, ancora meglio, canticchiandolo con la voce o solo dentro la nostra testa. A forza di praticare, con l’abitudine poi diventa naturale cogliere ogni ritmo che ci capita di orecchiare e ci si ritrova a battere il tempo anche senza accorgersene.
L’esercizio può essere anche inverso, invece che partire da un ritmo esterno possiamo ascoltare il ritmo del nostro cuore o del respiro.
L’orecchio e la coordinazione sono fondamentali in tutti i generi di danza come anche nel teatro, esercitarli quindi è necessario per sapersi muovere in scena e per ballare qualunque cosa.
Utilizzare l’approccio dei flamenchi rispetto al senso del ritmo aiuta moltissimo ad acquisire queste competenze trasversali così importanti per tutti i danzatori.

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