venerdì 5 marzo 2010

Antonio Ruiz Soler el bailarin


Antonio Ruiz Soler (Siviglia 1921 - Madrid 1996), conosciuto come Antonio el bailarin, è il grande artista al quale è dedicato il nuovo spettacolo che col suo nome sta girando l'Italia in questo periodo. In Spagna ed in molti altri paesi del mondo è considerato un mito del flamenco ma da noi purtroppo non è conosciuto.
Il ruolo di Antonio, maestro e coreografo, è veramente fondamentale nell'evoluzione della danza spagnola perchè è stato il primo a rendere puro e stilizzato il flamenco e a dare alla danza maschile un nuovo approccio. E' stato lui a danzare per la prima volta il Martinete (un solenne palo flamenco che fino ad allora era riservato esclusivamente al suono dell'incudine ed alla voce) ed è stato sempre lui a portare la danza spagnola nei più importanti teatri del mondo come la Scala di Milano (santuario della danza classica ma che gli conferisce addiritura la medaglia d'oro), il Teatro de Champs Elysées di Parigi e il Palace di Londra.
Bambino prodigio (fin da piccolo ballava per le calles di Siviglia), Antonio debutta in teatro a soli 7 anni, studia danza classica e, trovandosi a Parigi quando scoppia la guerra civile in Spagna, sedicenne va in America dove resta per dodici anni lavorando anche nel cinema ed a fianco di grandi ballerine come Carmen Amaya. Nel 1949 ormai famoso torna in Europa e lavora coi più grandi coreografi dell'epoca come Leonide Massine che lo fa primo ballerino ne Il cappello a 3 punte (opera che successivamente Antonio rielaborerà in una nuova versione coreografica); ma è l'Amor Brujo di Manuel de Falla a consacrarlo coreografo negli anni '50. Fonda una sua compagnia e crea una serie di coreografie famose ed innovative come Albacìn di Isaac Albéniz e La vida breve dedicata a de Falla. All'inizio degli anni '80 è direttore artistico del Balletto Nazionale Spagnolo e durante la sua carriera viene insignito di prestigiosi riconoscimenti in tutto il mondo.

Io non ho avuto la possibilità di vedere dal vivo il grande Antonio ma è un pò come se lo avessi conosciuto grazie ai racconti del mio maestro Fernando che sarebbe felice di sapere che finalmente la fama di questo artista sta arrivando in Italia, anche se post mortem.

1 commento:

Fili ha detto...

Che foto meravigliosa!