lunedì 12 marzo 2007

ANTONIO MARQUEZ A FIRENZE

Già nel ’93 era tra Los Divinos, (spettacolo realizzato dalla RAI e da TVE coi più grandi ballerini del mondo), perché danza divinamente!
Certo, ha un forte ascendente sul genere femminile grazie alla sua presenza scenica: bello, prestante, vigoroso e sensuale, ma non è questo a far di lui un mito. La tecnica eccezionale unita ad un’interpretazione sublime raggiunge in questo artista un connubio fuori dal comune.
Carisma e magnetismo, questo è Antonio Marquez.
A differenza di come fanno tanti divi, lui non ha creato uno spettacolo focalizzato solo su se stesso, ma ha messo su una splendida compagnia con ballerini di alto livello energica e ben amalgamata. Ed anche questo arriva al pubblico. Le travolgenti coreografie di gruppo, ideate dallo stesso Antonio, si alternano sapientemente a passi a due e ad assoli, ora struggenti, ora passionali, mantenendo sempre altissimo il coinvolgimento degli spettatori che, persino a Firenze, esplodono in continui ed irrefrenabili applausi.
La produzione di quest’anno vede 3 parti, nelle prime due, Despues de Carmen e La vida breve, il classico spagnolo e il flamenco sono fusi incantevolmente grazie all’armonioso intersecarsi di ritmi andalusi sui classici di Bizet e di De Falla. Il Bolero finale mette in scena un flamenco contemporaneo che conquista anche chi, come me, non ama molto le rivisitazioni moderne dei grandi capolavori. Per tutto lo spettacolo il virtuosismo e la sensualità dei ballerini sono esaltati dalla morbidezza dei costumi e dall’uso sapiente delle luci che creano atmosfere intriganti e drammatiche, ricche di sorprese, forza e pathos. Di grande efficacia, nella prima parte, la scena dell’osteria costruita su più livelli: una movimentata danza dell’intera compagnia intorno alla Carmen su un tavolo al centro del palco, mentre il torero in un angolo è isolato nel suo dolore (l’espressività di Marquez qui è grandiosa!). Ma l’apice della liricità si raggiunge col passo a tre di lui con lo spirito della defunta Carmen che lo spinge incontro al nuovo amore. Portentosa la danza degli uomini che rappresenta il travaglio psicologico del protagonista nel passaggio tra due grandi amori e superba l’interpretazione del toreador nella Plaza de toros (si vede che sognava di fare il torero!). La vida breve, priva dei clichè della Spagna, si avvale di tutta la potenza del classico spagnolo, ai massimi livelli nella danza delle donne con le nacchere a cui si aggiungono i ballerini e infine Antonio in un prodigioso gioco coreografico che incanta il teatro. L’adrenalina dei danzatori si infonde nel pubblico che, dopo quasi due ore di balli impetuosi, non riesce a saziarsi e acclama un bis dopo l’altro. E allora Antonio, da vero animale da palcoscenico, non si risparmia e concede alla folla inebriata prima il suo incredibile zapateado (senza musica), poi, mentre le fans abbandonano i posti per accalcarsi sotto il palco, si lancia nel proscenio per l’immancabile strip della camicia bianca!


I grandi artisti possono permettersi anche di questi eccessi!!!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Io non sono un'appassionata di flamenco e non sono ferrata in materia di danza, però quando uno spettacolo è bello anche i non intenditori se ne accorgono! Sono capitata con degli amici alla Versiliana l'estate scorsa (eravamo in vacanza lì vicino), proprio la sera in cui ballava Marquez e devo dire che lo spettacolo è piaciuto tantissimo a tutti!!!