Il sombrero che noi conosciamo come uno dei simboli della Spagna, ha
origini contadine. Pare che nel XVII secolo i braccianti sentissero la
necessità di un cappello più resistente alle intemperie di quanto lo fosse
quello di paglia, un copricapo che non volasse né cadesse mentre lavoravano la
terra e che li riparasse dal sole ma anche dalla pioggia. Per rispondere a tutte
queste esigenze ci voleva un materiale più rigido e fu a Cordoba che gli
artigiani iniziarono ad utilizzare il peltro dando vita al famoso Sombrero cordobés.
Questo particolare cappello è caratterizzato da una tesa ampia (tra gli 8 e i
12 centimetri) e da un cilindro non tanto alto.
All'inizio
del XIX secolo, il sombrero passò dalla campagna alla città e divenne sempre
più popolare fino a diventare un complemento fondamentale in tutta l’Andalusia anche
per le donne.
Per differenziare il sombrero maschile, si alzarono i cilindri e gli uomini cominciarono a portarlo leggermente calato verso l’orecchio destro mentre le donne lo indossavano calato verso quello sinistro. In ambito femminile veniva e viene tutt'ora utilizzato soprattutto per andare a cavallo.
A dare una forte spinta alla popolarità del sombrero in tutto il resto
della Spagna contribuì il famoso pittore cordovese Julio Romero de
Torres (vedi foto laterali) che, oltre ad indossarlo abitualmente, lo inserì in
molte delle sue opere.
Come
successe anche al manton, il sombrero pian piano dal quotidiano cominciò ad
entrare nella danza spagnola e nel Flamenco.L’idea di creare un balletto con un sombrero come protagonista fu del celebre produttore russo Djghialev, non si trattava però di un sombrero cordovese ma di uno a 3 punte, di quelli in voga tra i Signori al tempo di Goya. Si potrebbe dire quindi che sia stato un sombrero a fare incontrare per la prima volta la Danza spagnola e il Flamenco con la Danza Classica. Questo felice incontro ha dato vita ad un capolavoro: El sombrero de tres picos, firmato da tre artisti illustri: De Falla per la musica, Léonide Massine per la coreografia e Picasso per la scenografia. Questo grande balletto venne rappresentato per la prima volta nel 1919 al Teatro Alhambra di Londra.
Il sombrero di Cordoba nel FLAMENCO:
Il sombrero è uno degli accessori comunemente usati dai ballerini ed anche
dalle ballerine di Flamenco. I bailaores lo utilizzano di solito nella Farruca
mentre per le bailaores è un complemento fondamentale nel Garrotin (a compas di
tangos). Da quando le donne hanno iniziato a danzare palos tipicamente maschili
come la Farruca, non è raro vedere mujeres danzare con cappello e pantaloni.
(nella foto a sinistra Isabel Bayon).
Il sombrero nelle colonie spagnole:
Centro e Sud America: a partire
dal Messico, il sombrero cordovese ebbe una grande diffusione in tutta
l’America Latina e col tempo la tesa venne ingrandita per creare un’ombra più
ampia e rivolta verso l’alto, fino a diventare l’enorme sombrero messicano
conosciuto in tutto il mondo. Il sombrero ed il poncho oggi sono celebrati in
Messico in brani musicali, balli tradizionali ed in numerosi festival. In tutto
il Centro America il sombrero è diventato un status symbol ed è un elemento
fondamentale dell’abbigliamento tradizionale.
Il Sombrero di Panama ha
invece origini ecuadoriane: la materia prima per la produzione di questo famoso
cappello è la foglia di palma. Secondo la leggenda, questo cappello ha avuto il
suo nome quando Roosevelt ha partecipato all'inaugurazione del Canale di Panama
nel 1913. In quell'occasione gli venne regalato un cappello di paglia
ecuadoriano, e, ignorando la sua vera origine, il Presidente ringraziò battezzandolo
Cappello di Panama.
Nel flamenco, il cappello Panama è utilizzato dagli uomini, nell’ambito
delle danze di ida y vuelta, per ballare
la Guajira e la Colombiana.
Anche le Filippine hanno una
storia di utilizzo di sombreri che sono arrivati lì attraverso l'influenza
messicana tramite la Manila Galleons
Trade Rout, il percorso transoceanico che collegava Manila (le attuali
Filippine) con Acapulco nella Nuova Spagna (l’attuale Messico) dal 1565 al
1815.
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