E’ chiamata di ida y vuelta (andata
e ritorno) quella musica di origine spagnola che i colonizzatori portarono nel Nuovo Mondo (Caraibi, Messico, Colombia, Uruguay, Argentina
ecc.) dove si mescolò con quella delle popolazioni locali e degli schiavi
africani per poi tornare in Spagna arricchita di nuove sonorità e fondersi
definitivamente col Flamenco. Essendo piuttosto allegra, orecchiabile e
ballabile, la musica di ida y vuelta si addice particolarmente ai momenti di
festivi (originariamente il termine rumba significava festa).
Le principali forme musicali che
appartengono a questa famiglia sono quattro:
1. Rumba flamenca: è la più
conosciuta grazie soprattutto alla popolarità delle canzoni dei Gypsy Kings ma
anche grazie a due grandi maestri: Camaron de la Isla e Paco de Lucia che
incorporò nel Flamenco elementi afro-peruviani come il cajon. Di influenza
cubana (guaguancó cubana e rumbitas campesinas), la rumba deriva
originariamente dal tangos flamenco (anch’esso in 4/4) ma è più grintosa e
spesso un po' più veloce (ma non quanto la bulerias) tanto che molti tangos
finiscono a ritmo di rumba. È essenzialmente una forma musicale per chitarra e
percussioni. Durante l’evoluzione della rumba nel flamenco, c’è stato un primo
periodo di spettacoli di varietà, operette (zarzuelas) e altri generi più o
meno lirici in cui si suonavano canzoni che si possono definire chuflas,
rumbitas e tanguillos, nelle quali gli elementi distintivi della rumba flamenca
diventavano sempre più marcati soprattutto nelle interpretazioni di alcuni
cantanti (La Chelito, Rosario Soler, María la Cubana e Flory e di Marta Oliver).
I primi a ballarla furono i gitani della periferia di Barcellona per questo si
parla anche di rumba gypsy e rumba catalana. Si tratta di una danza
improvvisata nella quale prevalgono i movimenti dei fianchi e delle spalle in
una maniera più sensuale rispetto a quella in cui si ballano gli altri palos
flamenchi (forme musicali). Nel tablao è consuetudine coinvolgere anche il
pubblico sulla rumba a fine spettacolo.
3. Colombianas: è un palo (forma
musicale) del flamenco creato nel 1931 dal cantaor Pepe Marchena. È considerato
uno degli stili più recenti di quest’arte. Pur essendo nata in Spagna, la
colombianas risente di forti influenze melodiche centro-americane soprattutto
cubane. Il suo stile brillante e leggero, tra la guajira e il tangos flamenco,
ebbe successo anche se i puristi la considerano un po’ troppo lontana dal
flamenco vero e proprio. Il testo contiene 6 versi di 8 sillabe.
4. Milonga: è una forma musicale
portata nella penisola iberica dai numerosi rimpatriati (artisti, toreri e
soldati) che verso la fine dell’800 tornarono in Spagna dalle colonie
sud-americane, evocando nel canto le terre lontane. La milonga argentina è uno
stile di canto molto vicina dal punto di vista ritmico ed armonico all'habanera
ed al tango antillano. La milonga probabilmente cominciò il processo di "afflamencamento" partendo dalle cosiddette musiche “tristi”. Già intorno al 1860
il genere triste si trasformò definitivamente in milonga fino a diventare di
gran moda tra il 1880 ed il 1910 (moda payadoresca, con riferimento alla
tradizione poetico-musicale dei gauchos). La prima milonga con evidente
carattere flamenco (strutturata liberamente su compas di tango-tiento) è quella
che rese famosa Pepa Oro alla fine del XIX e che deriva dalla milonga
coreografata, cioè da quel genere che si presta ad essere ballato mentre si
canta. A differenza di quella argentina, la milonga flamenca non è un ballo da
sala e di solito non si danza in coppia ma singolarmente, come la maggior parte
del Flamenco. Capita spesso che un brano di milonga si concluda a ritmo di
rumba.
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