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L
’Alhambra (che in
arabo significa
la rossa) è una cittadella fortificata e palazzo reale
insieme, realizzata sul colle che domina la città di Granada dagli ultimi
principi musulmani della Spagna che vi abitarono fra il secolo XIII e il XV.
Rappresenta la massima espressione di arte moresca alla cui magnificenza
contribuirono artisti ed artigiani di diversa provenienza e confessione
religiosa (nord africani, persiani, ebrei e cristiani), cosa che testimonia la
grande tolleranza che vigeva ai tempi della dominazione araba nella penisola
Iberica.
Nella cultura islamica le costruzioni non sovrastano mai
l’ambiente naturale, mirando all'armonia tra natura e strutture
architettoniche. Il
giardino è la metafora del Paradiso coranico, un luogo ideale per la contemplazione
perché sollecita i cinque sensi dell’uomo: offre alla vista la varietà dei suoi
colori; all'olfatto il profumo dei suoi fiori; al tatto la fresca brezza che si
crea all'ombra degli alberi; al gusto la bontà dei frutti; all'udito l’acqua col
suo gorgoglio che rappresenta la voce del giardino e quella di Dio. Per questo tutte le regge mussulmane hanno lussureggianti giardini
geometrici con tante fontane, ma quelli dell'Alhambra sono i più spettacolari grazie
alla fertilità del suolo sapientemente irrigato dall'ingegneria araba.
La musica accompagnava la vita nel palazzo in ogni momento;
gruppi di musicanti nascosti da tende e drappeggi si alternavano giorno e notte
suonando le nube (particolari forme musicali) ventiquattr'ore su ventiquattro;
le note soavi si diffondevano nelle sale, nei portici e nei giardini e si
mescolavano al gorgoglio dell’acqua ed al profumo dei fiori.
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