venerdì 28 marzo 2014

Le contaminazioni nella Danza

La Danza come tutte le Arti è in continua evoluzione perché risente, esprime e spesso anticipa mutamenti sociali e culturali. Tradizioni diverse si influenzano tra loro, è stato così da sempre ed ora che nell’era delle comunicazioni multimediali i passaggi ed confronti sono immediati, gli scambi sono sempre più veloci. Il linguaggio musicale supera le frontiere, Danze di culture lontane confluiscono le une nelle altre e gli stili si aprono e si trasformano. Dall’incontro di culture differenti possono nascere anche nuovi generi di musica e di danza. I cambiamenti nel corso del tempo sono naturali ed inevitabili, in alcuni casi però sono spinti anche dalla volontà sperimentare e di creare qualcosa di nuovo, lavoro delicato che può portare a grandi risultati se fatto con criterio. L’operazione di creare di per sé non può prescindere dal possedere le capacità adeguate. Anche un buon artigiano, senza grandi velleità artistiche, può essere in grado di fare un lavoro innovativo nel proprio settore. Così un bravo coreografo, anche se ancora non è un Artista vero e proprio, può realizzare una coreografia bella ed originale nel genere di danza in cui è esperto, mentre se vuole cimentarsi su altri generi è chiamato a possedere capacità ulteriori.
Tornando così al tema centrale di questa riflessione, le contaminazioni, per approcciarsi alla fusione di due generi diversi di danza è indispensabile conoscere approfonditamente ed in egual misura entrambe le danze su cui si va a lavorare, la musica, il contesto storico e soci-culturale, altrimenti il risultato non potrà che essere mediocre. Per un’impresa di questo tipo non è possibile affidarsi solo alle suggestioni, alle assonanze ed alla fantasia con leggerezza, né essere mossi dalle smanie di fare qualcosa di originale a tutti i costi, sarebbe un oltraggio alle culture di riferimento ed all’Arte della Danza in generale. La contaminazione non può essere nemmeno una forzatura, è una cosa sottile e rischiosa, pertanto va affrontata con estrema sapienza e consapevolezza. Bisogna conoscere a fondo una cosa per riuscire a trasformarla mentenendone l'essenza.
Purtroppo a mio avviso nel mondo della danza c’è un abuso di termini come contaminazioni e fusioni e questa moda fa sì che questi concetti si prestino a diventare grandi calderoni che raccolgono un po’ di tutto. C’è anche il rischio  che dietro la parola contaminazioni si nascondano danze mediocri prive di sostanza, frutto dell’inesperienza e della superficialità tanto diffusa di questi tempi. Può anche capitare che chi non conosce bene nessun genere di danza celi la propria incompetenza dietro il termine contaminazioni tentando di  mettersi al riparo dalle critiche, cosa che potrà funzionare nei confronti di chi di danza se ne intende poco ma di certo non con gli intenditori.
E’ la stessa differenza che intercorre tra la ricerca culinaria di uno chef e quella di un cuoco improvvisato: nelle cucine di un certo livello quando si sperimentano nuove ricette i singoli ingredienti vengono scelti accuratamente, gli abbinamenti vagliati con grande attenzione, le dosi calibrate, il tutto  abilmente amalgamato e cotto al punto giusto affinché il piatto risulti di qualità.
Mescolare a caso tante spezie diverse non rende gustosa una pietanza così come nella pittura non è l’accozzaglia di colori a determinare il valore di un quadro. Allo stesso modo l’assemblare elementi tratti da danze diverse di per sé non conferisce qualità ad una coreografia.
Un palato raffinato non si lascia ingannare, un piatto elaborato ed estroso può essere realizzato solo da mani veramente esperte, chi non è all’altezza può anche riuscire a fare qualcosa di buono ma bisogna che si limiti a cose semplici e si affidi a ricette già sperimentate.

Nessun commento: