giovedì 18 luglio 2013

I moderni mecenati della Danza

Ogni forma di Arte in tutti i tempi per raggiungere il suo massimo splendore ha ricevuto l’aiuto di grandi mecenati che hanno messo gli artisti in condizione di sviluppare al meglio la propria creatività. Un artista ha bisogno dei suoi tempi, di spazi adeguati, di materiali o di strumenti talvolta molto costosi, ed inoltre deve mangiare come tutti gli esseri umani. Purtroppo anche nell’Arte come nella vita quotidiana il denaro è un elemento determinante per la sopravvivenza. Chissà quante opere d’arte saranno rimaste incompiute per mancanza di fondi? Se non ci fossero stati nobili illuminati e signori ambiziosi probabilmente non avremmo avuto il nostro Rinascimento o almeno non così grandioso come lo conosciamo noi. Cosa avrebbero fatto Michelangelo e Leonardo da Vinci senza Lorenzo il Magnifico? Sarebbero stati anche loro dei bohémien?
Il ruolo dei mecenati in età moderna è stato in parte rimpiazzato dagli sponsor che però sostengono quasi esclusivamente tutto quello che è commerciale (più interessati allo sport ed alle grandi manifestazioni che non all’Arte) ed in teoria dallo Stato per il quale purtroppo Arte e Cultura sono l’ultimo punto in bilancio.
Quante forme d’Arti si saranno estinte e quanti artisti sono rimasti nell’ombra perché nessuno li ha finanziati? Una discipline artistica deve incontrare il favore del pubblico ed essere sovvenzionata altrimenti è destinata a morire, così come avviene anche per l’artigianato e quando un settore scompare affondano con lui interi gruppi professionali e tutto il loro indotto.

Tra tutte le arti la Danza è sempre stata la più povera, se un teatro è in crisi il primo ad essere tagliato è il Ballo. La Danza non ha avuto mai grandi mecenati, più che altro si è retta sempre grazie agli amatori, e sono prevalentemente i gusti del pubblico a determinare la sopravvivenza di un genere di danza piuttosto che un altro, nel bene e nel male. Indipendentemente dai meccanismi che influenzano gusti e mode (argomento che non voglio toccare), di fatto le repliche di uno spettacolo dipendono in gran parte dall’affluenza degli spettatori così come un corso di danza va avanti solo se c’è un numero sufficiente di allievi. Le scuole di ballo vivono soprattutto sugli amatori, adulti e bambini; sono gli amatori che danno lavoro ai professionisti. I maestri di danza avrebbero pochissimi allievi se insegnassero solo ai professionisti o a chi aspira a diventarlo. Se nessuno andasse a vedere spettacoli di danza, i teatri non metterebbero balletti in programmazione e le compagnie si scioglierebbero. I ballerini di professione dovrebbero trovare altri modi per mantenersi e senza alcuna prospettiva di lavoro non ci sarebbero più nemmeno corsi di formazione professionale e le scuole di danza finirebbero col chiudere i battenti. Tante danze antiche anche bellissime sono state completamente dimenticate perché non interessavano più a nessuno. Altre invece hanno avuto una sorte decisamente migliore come il Flamenco per esempio che si è salvato grazie alla passione che ha suscitato a livello internazionale. Il Flamenco è sopravvissuto e continua a fiorire soprattutto grazie a tantissime persone che lo seguono da ogni parte del mondo, che lo studiano e che vanno appositamente in Spagna per viverlo da vicino. Tutti questi amatori, che nella vita quotidiana sono dediti a mille cose diverse, sono finanziatori più o meno inconsapevoli che per coltivare la propria passione investono in quest’arte sostenendola e mantenendola sempre viva. Gli amatori non sempre sono buoni intenditori, è vero, ma in ogni caso è grazie soprattutto a loro che in Spagna proliferano scuole e tablao flamenchi e che i festival sono affollatissimi. Tanti musicisti, ballerini, cantaor e maestri non avrebbero di che vivere se il Flamenco non fosse tanto amato anche dagli stranieri.
Anche in Italia bisogna riconoscere che la spinta propulsiva che tiene in vita il mondo della Danza con tutto il suo entourage non sono le sovvenzioni pubbliche quanto tutte quelle persone che per passione o per diletto scelgono di seguire un corso di danza o un seminario. E’ proprio grazie a loro, lavoratori spesso costretti tutto il giorno in attività che non amano affatto, che le scuole di ballo vanno avanti e che tante altre persone possono ancora trovare nella Danza la loro unica fonte di sostentamento ed avere il privilegio di dedicarsi a quest’Arte a tempo pieno.
Questo variegato popolo di amatori può essere considerato secondo me una sorta di mecenate dei nostri tempi e visto in quest’ottica merita la riconoscenza di tutti i professionisti della Danza, sia insegnanti che ballerini.

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